Se ascoltate il nostro podcast, Java con Juli, saprete che non amo molto i convenevoli. Fin da piccola sono sempre stata in grado di percepire se in un luogo aleggiava aria di tensione. Quando ho una discussione con un amico oppure con un familiare mi agito e non trovo pace finché la questione non viene affrontata. Forse è per questa ragione che ho deciso di diventare psicologa: lo studio dello psicologo è uno dei pochi luoghi in cui ci è permesso e in cui ci si aspetta - di prendere il toro per le corna. Il mestiere dello psicologo consiste nel porre domande in merito a ciò che ci fa vergognare, ai rimorsi, ai segreti e alle paure. Psicologi validi saranno anche in grado di dare dei consigli, lui o lei lo faranno solamente dopo aver creato un ambiente sicuro perché la persona si apra senza timore di essere respinta o di essere giudicata.
I temi che riguardano la sessualità sono pieni di tensione inespressa: una moglie sospetta che il proprio marito guardi pornografia. Un padre si accorge che la propria figlia sta attraversando la pubertà e smette improvvisamente di abbracciare la sua “piccolina”. Una donna che in passato ha affrontato un aborto e che lo ha tenuto nascosto. Un buon amico o un parente che ha deciso di affrontare un cambio di genere e vuole che tu usi il suo/loro nuovo nome.
Molto spesso, cerchiamo semplicemente di evitarle queste situazioni, fingendo che tutto vada bene e che il nostro sconforto non esista. Ciò mette a dura prova le nostre relazioni e le rende tutt’altro che autentiche. Quando tentiamo effettivamente di parlare di tali questioni, il dialogo spesso termina in una discussione in cui entrambe le parti comunicano partendo da un presupposto di paura, dolore o rabbia.
Come cristiani, oggi trascorriamo molto tempo a discutere cosa dovremmo credere sulla sessualità. Dovremmo dedicare del tempo per assicurarci che stiamo personalmente onorando Dio con le nostre scelte sessuali. Tuttavia, spendiamo poco tempo o addirittura non spendiamo tempo ad affrontare direttamente il come rappresentiamo il cuore di Gesù mentre interagiamo con le persone con cui c’è disaccordo oppure c’è della tensione. Credo che sia di fondamentale importanza, sia nella chiesa cristiana che fuori dalle sue mura, affrontare conversazioni difficili che riguardino il dolore e l’angoscia. Non andiamo in giro ricercando queste conversazioni, ma non dovremmo neanche scappare da esse.
Gesù dichiarò che Lui stesso era verità e che facendoci conoscere la verità ci avrebbe reso liberi. Le conversazioni difficili consistono nel cercare insieme la verità- verità come concetto e Verità nella persona di Gesù Cristo. Dobbiamo imparare a parlare efficacemente di argomenti complessi come questioni sessuali, tensioni razziali, e differenze teologiche.
Mi piacerebbe condividere con te pochi suggerimenti che possono aiutarvi ad interagire con le persone con grazia ed affrontare i conflitti grezzi e complessi che caratterizzano la vita umana.
Partecipare con grazia
Vivo nel nord dello stato dell’Ohio, nelle vicinanze del Lago Erie. Questo significa che c’è un sacco di neve e di ghiaccio. Come pendolare ho compiuto molti viaggi attraversando insidiose tempeste invernali. Una delle prime lezioni che impari quando guidi durante una tempesta di neve consiste nel cedere molto spazio alle altre auto. Usi il freno vari metri prima di un segnale di stop in caso la tua macchina dovesse decidere di non voler fermarsi. Nessuno ti può stare alle calcagna quando guidi sul ghiaccio! Se anche fossi l’autista più esperto, guidare in inverno resta comunque qualcosa di imprevedibile.
Questi stessi principi applicali alle conversazioni difficili: parlare di temi delicati è imprevedibile. Non sai cosa causerà dolore o rabbia mentre conversate. Concedetevi reciprocamente molta grazia e molto spazio, non prendete ogni singola parola sul personale, ma apprezzate che alcune cose siano semplicemente complicate da esprimere. Devi concedere grazia per avere conversazioni in maniera imperfetta se vuoi imparare ad avere queste conversazioni ed affrontarle come si deve.
Ascoltare per imparare
Giacomo dà questo suggerimento, “ ogni uomo sia pronto ad ascoltare, lento a parlare, e lento all’ira.” L’autore di bestseller Steven Covey ha scritto che un'abitudine delle persone di successo è “Cercare in primo luogo di capire e poi essere capiti.” Il principio è chiaro: ascoltare prima di parlare. Ascoltare realmente non significa solamente aspettare il proprio turno per parlare ma significa sforzarsi di capire le esperienze, le credenze, ed i sentimenti dell’altra persona. Essere un buon ascoltatore implica porre domande profonde, permettere che ci siano momenti di silenzio invece di cercare sempre un riempitivo, e rispondere con affermazioni amorevoli che dimostrino che si ha effettivamente ascoltato ciò che la persona ha condiviso.
Ascoltare è importante per due ragioni. Innanzitutto, l’atto di ascoltare mostra rispetto verso l’altra persona. Significa che ti preoccupi e ciò permette di costruire un ponte emotivo. In secondo luogo, quando ascolti, puoi parlare con più discernimento. Ascoltando imparerai a parlare effettivamente al cuore dell’altra persona.
Condividere senza secondi fini
Quando ci confrontiamo con le persone con cui siamo in disaccordo, sentiamo solitamente la pressione di dover cambiare la loro opinione. Vogliamo convincerli che il nostro punto di vista sia migliore. Questo non è poi così male! Certamente vogliamo essere persuasivi e convincenti mentre condividiamo che ciò in cui crediamo sia vero. Però a volte il nostro entusiasmo a condividere la verità (oppure persino le nostre opinioni) può essere percepito come aggressivo.
Insegnanti come Paolo e Pietro erano appassionati nel condividere Gesù, tuttavia incoraggiavano i loro compagni cristiani a condividere la verità in maniera avvincente. Paolo diceva al suo figlio spirituale, Timoteo, che “il servo del Signore non deve litigare, ma deve essere mite con tutti, abile ad insegnare, paziente. Deve istruire con mansuetudine gli oppositori, nella speranza che Dio conceda loro di ravvedersi per riconoscere la verità, in modo che, rientrati in sé stessi, escano dal laccio del diavolo, che li aveva presi prigionieri perché facessero la sua volontà.” Pietro scrisse, “ glorificate il Cristo come Signore nei vostri cuori. Siate sempre pronti a rendere conto della speranza che è in voi a tutti quelli che vi chiedono spiegazioni. Ma fatelo con mansuetudine e rispetto”.
Come persona che dà insegnamenti su tematiche sessuali, ho imparato che la verità biblica offende. Il vangelo stesso offende la nostra autonomia e la nostra convinzione di essere “persone buone.” Sebbene la verità che condividiamo sia offensiva, dovremmo essere cauti nel non aggiungere a quell’offesa un atteggiamento aggressivo.
Ricordatevi che non è compito vostro cambiare il cuore o l’opinione di qualcuno. Il vostro compito è essere fedele condividendo ciò che Dio ha fatto nella tua vita.
Fare un investimento a lungo termine
Avere una visione a lungo termine è parte di quello che ci permette di essere buoni ascoltatori e pazienti nel condividere la verità. Solitamente abbiamo un impatto maggiore sulle persone quando investiamo in loro in termini di tempo. Interagire con qualcuno una volta a settimana nel corso di diversi anni significa che si ha tempo per ascoltare, per imparare, per affermare, e per condividere verità al momento opportuno. Una parola di verità può essere rigettata durante una stagione, ma può essere addirittura ricercata in un’altra.
Sì, ci sono certamente quegli attimi improrogabili in cui il Signore ti chiede di condividere qualcosa in un preciso istante, ma spesso, l’investimento relazionale costruisce una piattaforma per il cambiamento. Come scrisse Salomone, “è buona la parola detta a suo tempo!” e “Le parole dette a tempo sono come frutti d’oro in vasi d’argento cesellato”.
Man mano che investi nelle persone, prega che Dio ti dia saggezza per discernere il momento in cui quella parola detta a suo tempo dovrebbe essere pronunciata ed il momento in cui è tempo di ascoltare ed imparare.
Autore: Dr. Juli Slattery
Data di pubblicazione: Luglio 17, 2019
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